mercoledì 10 marzo 2010

Amon Düül II - Yeti (Liberty 1970)


Nel 1968 alla faccia dell' enciclica Humanae Vitae di Papa Paolo VI, in cui si condannava l' uso dei contraccettivi e si ribadiva come legittima la sola sessualità coniugale a scopi procreativi (anche oggi siamo sempre fermi qua), i giovani contestatori del pianeta si aggregavano in comuni a sfondo politico professando nuove idee sociali tra cui anche la libera 'libidine' sessuale.
Nella terra dei Nibelunghi tra le tante comuni ve ne era una a Monaco definita Amon Duul: un gruppo in cui si poteva andare-venire-restare a piacimento, con i figli, frutti della nuova corrente, sempre dietro (di chi erano questi figli forse non lo sapevano nemmeno le madri).
Gli Amon Duul affiancarono alle scelte politiche e sessuali discorsi musicali free-psichedelici. La bolgia creò un caos eccittante e alcune incisioni. Alla lunga però, per alcuni componenti il giochetto cominciò a risultare statico e creativamente scarno.
Così la comune si scisse. Da una parte gli Amon Duul I per l' ala più nichilista-ipnotica, ebbri di diversità e sacerdoti del caos, dall' altra gli Amon Duul II per l' ala più propulsiva e creativa, vogliosi di ampliare loculi musicali nella cattedrale del nuovo rock teutonico.

"Yeti" è il secondo disco per gli Amon Duul II dopo il funesto fallo di Dio ("Phallus Dei"-primo album). Siamo di fronte ad un disco tra i più rappresentativi di tutto il krautrock, o almeno per dirla alla Piero Scaruffi per quella corrente da lui definita infernale.
Trapela sin dalla copertina, l' odore del maelstrom che si sprigionerà intorno all' ascoltatore. C'è raffigurato Shrat il bonghista,uno dei componenti, in vesti contadine con falce in mano e con aria per niente rassicurante. L' immagine è forte. Talmente che i Duul (II) decideranno di usarla come logo. (sarà usata spesso anche per pubblicizzare tutto il genere kraut).
Nell' apocalissi di "Yeti" convivono molti generi anche se pervade un suono Duul-onnipotente di proprietà esclusiva. C' è lo space rock tanto caro agli Hawkind (causa affinità e i numerosi parallelismi i due gruppi diventeranno molto amici) mischiato all' esoterismo onirico, con musica da sogno-paradiso e risveglio-tenebre. C' è psichedelia, ma difficilmente collegabile a quella americana, forse affine a certo folk-rock-uk di gruppi come i Comus o i Panama Limited, qui però ancora più spaventosa e catastrofica.
C' è anche l' hard-rock corposo di Detroit con le sue chitarre sature ed il suono colmo e le registrazioni alla Grande Ballroom, tutto naturalmente in salsa kraut.
C 'è la sperimentazione dell' avanguardia figlia della musica colta tedesca e l' improvvisazione jazzistica.

"Yeti" è un doppio album a dimostrazione della debordante e prolifica ispirazione dell' ensemble nel suo periodo d' oro.
Nel primo disco ci sono le composizioni più 'studiate', quelle cioè leggermente più pianificate, tra cui svetta l' eccelso inno marziale di "Archangel Thunderbird" (un sabba rock inarrivabile), mentre il secondo disco ci presenta il lato più naturale della band con due lunghe impprovisazioni, "Yeti" e "Yeti talks to Yogi" e l' acustica "Sandoz in the Rain", una sorta di riappacificazione in famiglia con la partecipazione di componenti degli Ammon Duul I.


Credits:

Bass - Dave Anderson
Bongos, Vocals - Shrat
Drums - Peter Leopold
Guitar, Guitar [12-string], Vocals - John Weinzierl
Guitar, Guitar [12-string], Vocals, Violin - Chris Karrer
Organ - Falk Rogner
Vocals, Tambourine - Renate
Co-producer - Siegfried E. Loch
Producer - Olaf Kübler
Producer, Composed By, Lyrics By, Arranged By - Amon Düül II
Engineer - Willy Schmidt

Soap Shop Rock
Burning Sister
Halluzination Guillotine
Gulp A Sonata
Flesh-Coloured Anti-Aircraft Alarm
She Came Through The Chimney
Archangels Thunderbird
Cerberus
The Return Of Ruebezahl
Eye-Shaking King
Pale Gallery
Yeti (Improvisation)
Yeti Talks To Yogi (Improvisation)
Sandoz In The Rain (Improvisation)





2 commenti:

Lore ha detto...

ahah hanno qualcosa in comune con le canzoni che faccio col gruppo!

Unknown ha detto...

Eh! ..sarebbe una bella affinità che dici?..Ma fammeli sentire i pezzi dai..