giovedì 11 febbraio 2010

Ahmed Abdul-Malik - Easts meets west (RCA 1959)


Ahmed è di origini africane ma è nato a Brooklyn, nel 1927.
È un contrabbasissta e nelle sue corde respira il jazz. Prima di donare i propri servigi ad Art Blakey , Thelonious Monk e John Coltrane, Ahmed registra questo disco premonitore.
"Easts meets west" del 1959 è uno dei primi esperimenti di contaminazione musicale, una sorta di pre-world music, un hard bop jazz amalgamato nella musica africana.
Vengono suonati l' Oud, il darabouka e nodose scale mediorientali al violino insieme a jazzisti dall' illustre calibro che soffiano nei fiati.
Più che una contaminazione sembra un ritorno alle origini. Un acerbo frutto di musica 'afro-americana', categoria che arriverà ad imporsi negli anni del free.
L' idea è ai primordi e troverà miglior sviluppo l' anno successivo in dischi come "We Insist ! - Freedom Now" di Max Roach e consorte.
L' opera imprescindibile di Roach, immersa nei suoni dell' Africa nera, sarà una forte protesta verso l' arroganza bianca, elevando diritti e orgogli del popolo nero.
"Easts meets west" di Ahmed Malik invece accarezza i suoni mediorientali attraverso l' utilizzo del suono caleidoscopico dell' oud e del leggero rimbalzo sul darabouka. È così che in "E-lai (The Night)" si schiudono le porte ed il sax tenore americano di Benny Golson (o Johnny Griffin, non sò chi dei due) entra nel bazar. Al Harewood alla batteria lo incalza e lo sorregge nell' esplorazione. Sono due mondi lontani ormai per ritmi e armonie che si rincontrano e, affabilmente si contemplano.
La turca faccenda continua in "La Ibky (Don't cry)". I fiati volteggiano sulle cadenze della danza in ricerca armonica infinita.
Con una pausa di puro hard-bop ("Searchin'") presto si ritorna al connubio, in "Isma'a (Listen)" le due anime si sono ben registrate ed il ritmo sostenuto nè è la prova, l' alleanza è fatta.
"Rooh (The soul)" è l' apice caleidoscopio tra Oud e violino sopra un immobile linea dell' archetto di Malik.
"Mahawara (The Fugue)" è un lento cammino nel deserto, una fuga appunto. Una fuga verso il finale, "El Ghada (The jungle)", l' episodio più tribale del lotto. La giungla del mondo, dove tutto ha inizio.


Credits

Ahmed Abdul-Malik Bass, Oud
Bilal Abdurrahman Darabeka
Curtis Fuller Trombone
Benny Golson Sax (Tenor)
Johnny Griffin Sax (Tenor)
Ray Hall Engineer
Mike Hamway Darabeka
Al Harewood Drums
Naim Karacand Violin
Bernard Keville Engineer
Lee Morgan Trumpet
Jerome Richardson Flute
Lee Schapiro Producer
Ahmed Yetman Kanun


1 E-Lail (The Night) 4:22
2 La Ilbky (Don't Cry) 4:59
3 Takseem (Solo) 5:14
4 Searchin' 4:06
5 Isma'a (Listen) 4:20
6 Rooh (The Soul) 3:46
7 Mahawara 4:18
8 El Ghada [The Jungle] 3:07

1 commento:

Anonimo ha detto...

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