I Tamam Shud sono Australiani, di Sidney. Formati nel 1967 dalla naturale evoluzione di una surf band. "Evolution" è il loro esordio per CBS.
Oggi di dischi così non se ne sentono. C' è altra roba si. post-rock, shoegaze, noise, dub, industrial, punk (esiste ancora?..), stoner, revival e cha-cha-cha. Ma di rock psichedelico con queste dinamiche nemmeno l' ombra. Dead Meadow?..Go ?..Radio Moscow ?..Buffalo Killers ?..No no e no. Menomale (e mi stupisco) che le perle dei sixties non finiscono mai. Altri tre dischi per capire di che parlo ?.."Psychedelic lollipop" dei Blues Magoos, l' omonimo degli Other Half, "Distorsions" dei Litter..tutto chiaro ?..non ancora ?..beh allora pensate a questo : riverberi-fuzz-timpani & timpani, cori cori e poi cori, anime soul a bagno nei Watt, pelli sabbiate e sei corde ritmiche dense come il Mercurio. Valvole !! Cristo santo ! Nella testa qualcosa inizia a muoversi ?..dategli una spinta, ascoltatevi l' inizio bombardante di "Mr Strange", modello Atomic Rooster a tutta birra, o le progressioni jazzate della contagiosa "Lady Sunshine", un pop toccante che esplode ad ogni refrain, oppure l' avvolgente "Music Train" in bilico tra "Kick out the Jams" e "Journey to the center of the mind", se non sazi fatevi pure l' inno marziale di "Falling Up" che capitombola nella psichedelia più torpida. Mettiamola così, tutto l' album è un blues in saturazione. Per non rovinare il disegno sonoro appena creato vi consiglio di lasciar perdere gli ultimi tre pezzi, bonus della ristampa. Sono del 1972 : "Bali Waters" una Crimsoniana Cadence and Cascade molto annacquata, "Got a Feeling" una debole ballata west-coast e "My Father told me" un boogie country rock, forse l' episodio migliore dei tre. L' album è tutta un' altra storia.
E non ditemi che sono un reazionario. Ora vado ad ascoltarmi un pò di Storm and Stress, tiè.
Credits:
Lindsay Bjerre - vocal, guitar Peter Barron - bass Tim Gaze - guitars, piano Dannie Davision - drums
01 - Music Train 02 - Evolution 03 - I'm No One 04 - Mr. Strange 05 - Lady Sunshine 06 - Faling Up 07 - Feel Free 08 - It's A Beautiful Day 09 - Jesus Guide Me 10 - Rock On Top 11 - The Slow One And The Fast One 12 - Too Many Life 13. Bali Waters [*] 14. Got a Feeling [*] 15. My Father Told Me [*]
Quattordici canzoni in diciotto minuti. "Sulla prima tiratura abbiamo aggiunto quattro o cinque secondi tra un pezzo e l' altro perchè la gente non si sentisse derubata." (Greg Hetson [Circle Jerks/Red Cross]). Non sono i fans, o meglio, i kids a sentirsi derubati, ma i loro ex compagni. Keith Morris proviene dai Black Flag e Greg Hetson dai Red Cross. Per l' esordio del 'supergruppo' hardcore della storia si vocifera un plagio : riff rubati alle vecchie band, camuffati con nuove invettive e proclami. Sarà...a tutta risposta "Group Sex" è un gran disco per l' hardcore punk americano e i Circle jerks sono una delle band più dotate nel circuito. Sul podio insieme a Dead Kennedys, Bad Brains, Husker Dü e Black Flag e naturalmente Germs.
Live Fast, Die Young Kids !! Radicali a 20 anni ma sempre vivi a 50. Che culo.
Credits: Keith Morris - voce Greg Hetson - chitarra Roger Rogerson - basso elettrico Lucky Lehrer - batteria
Deny Everything (Keith Morris, Roger Rogerson) – 0:28 I Just Want Some Skank (Circle Jerks) – 1:10 Beverly Hills (Morris, Rogerson) – 1:06 Operation (Lucky Lehrer, Rogerson) – 1:30 Back Against the Wall (Circle Jerks) – 1:35 Wasted (Morris, Greg Hetson) – 0:43 Behind the Door (Circle Jerks) – 1:26 World Up My Ass (Rogerson, Morris) – 1:17 Paid Vacation (Circle Jerks) – 1:29 Don't Care (Morris, Brian Migdol, Greg Ginn) – 0:36 Live Fast, Die Young (Morris, Hetson) – 1:33 What's Your Problem (Morris, Rogerson) – 0:57 Group Sex (Jeffrey Lee Pierce, Circle Jerks) – 1:04 Red Tape (Morris, Hetson) – 0:57
Se avessi un viaggio da fare vorrei essere in qualche posto al sud, alzando polveri sul ciglio della strada con un bel ferro vecchio sotto le chiappe. Con carrozzeria marrone insanguinata di ruggine. Io e te e nello stereo i Dream Syndicate. Si, perché se avessi una band baby, vorrei suonare proprio come loro. Due chitarre, basso, batteria e un pugno di canzoni fresche come le rose e rosse come il vino. È arrivata la primavera gente.
Uno dei live più esplosivi della storia rock'n'roll, in edizione rimasterizzata e finalmente...integrale.
Imperdibile.
Dream Syndicate: Paul B. Cutler, Steve Wynn (vocals, guitar) Mark Walton (vocals) Dennis Duck (drums)
Audio Remasterer: Jeff Lipton. Recording information: Raji's, Hollywood, CA (01/31/1988). Additional personnel: Peter Case (harmonica)
Disc 1 1 See That My Grave Is Kept Clean 2 Still Holding On To You 3 Forest For The Trees 4 Until Lately 5 That's What You Always Say 6 When You Smile 7 Burn 8 All Along The Watchtower 9 Tell Me When It's Over
Disc 2 1 Merrittville 2 The Days Of Wine And Roses 3 The Medicine Show 4 Halloween 5 Boston 6 John Coltrane Stereo Blues
Eccetto qualche granello non ne sò ancora una cippa di questa sabbia di band, ma sò una cosa. Sò chi è Chris Knox.
L' inarrestabile Webbatici di Tuning Maze mi ha fatto conoscere i Tall Dwarfs, ed io ne sono rimasto folgorato per tutte le vibrazioni BarrettVelvetSuicideByrds annusate. Sono un duo neozelandese molto creativo, minimale, a tratti sperimentale e spartano negli arrangiamenti (chitarre, drumbox, casiotone e eventuali aggeggi vari), si alternano agli strumenti come api sui pistilli e ogni loro pezzo sembra un album in se. Sono a capo della comune pop del posto con un quattro piste in costante produzione. L' etichetta che registra i loro lavori e quelli dei gruppi fratelli è la label indipendente Flying Nun. Questa compilation è un opera di solidarietà economica per la riabilitazione necessaria dopo l' improvviso colpo ('stroke') di Chris Knox, uno dei due membri dei Tall Dwarfs. Come spesso succede nei tributi la qualità delle cover è altalenante, in stretta relazione ai propri gusti musicali, sicchè...
tralasciandomi dietro le simpatiche canzoni come "Glide" di Alec Bathgate o "Round these walls" di The Token Tones (and friend) o le zuccherose caramelle pop come "Not Given Lightly" di Boh Runga mi sono immerso in "Lapse" la meravigliosa carezza di Bill Callahan (Smog), davvero splendida, nella nuda speranza di Will Oldham, che solo un lamento di vero dolore può sussurare, nella religiosa e fraterna melodia di "The Other Skin" di Shean Donnely, ai Lambchop in puro trip Roxy Music (un' acustica "In Every Dream Home a Heartache"), nel Barrett in salsa stoner (solo voce e chitarra) di "The Mountain Goats", alle atmosfere acustiche modello Robyn Hitchock di Jeff Magnum con "Sign the Dotted Line", all' eterea "Coloured" dei Yo La Tengo, agli echi tirannoglam di "Just Do It" di The Bats, al carillon elettrico di Lou Barlow con "Song of the tall poppy", alla sognante ballata acustica colorata con il raga di "I' ve Left Memories Behind" di Jay & Sam Clarkson, alla discesa nel lato Tall Dwarfs sperimentale con "Napping in Laplande" dei The Nothing, alle atmosfere Castanets di "The Slide" di Shayne Carter (una preziosità), ai dirupi elettronici in saturazione dissonante di "Grand Mal" di Pumice, al pop visionario a ritmo 'Clap your hands' di "It' s Love" di The Finn Family con un tempo di batteria figlio di Gene Krupa !..
Gli episodi che mi sono piaciuti meno sono decisamente i Genghis Smith con "Growth Spurt", una stucchevole e statica ballata alla Chumbawamba, "Becoming Something Other" di Jordan Luck, un incrocio tra Simon Le Bon e U2, la sciapa minestrina di "Driftwood" dei neozelandesi The Verlaines. Ma sono gusti, ad altri potrebbero pure piacere.
Disc 1:
1. Jay Reatard – Pull Down The Shades 2. The Checks – Rebel 3. The Bleeding Allstars – Ain’t It Nice 4. Peter Gutteridge – Don’t Catch Fire 5. The Chills – Luck Or Loveliness 6. David Kilgour – Nothing’s Going To Happen 7. The Crying Wolfs – All My Hollowness To You 8. Stephin Merritt – Beauty 9. Portastatic – Nostalgia’s No Excuse 10. The Mint Chicks – Crush 11. Jay & Sam Clarkson – I’ve Left Memories Behind 12. Sky Green Leopards – Burning Blue 13. Shayne Carter – The Slide 14. Pumice – Grand Mal 15. Hamish Kilgour – Knoxed Out
Disc 2:
1. Boh Runga – Not Given Lightly 2. Red & Zeke (Feat. Bill Doss and Neil Cleary) – Bodies 3. Jeff Mangum – Sign The Dotted Line 4. Bill Callahan – Lapse 5. Genghis Smith – Growth Spurt 6. Yo La Tengo – Coloured 7. AC Newman – Dunno Much About Life But I Know How To Breathe 8. Alec Bathgate – Glide 9. Don McGlashan – Inside Story 10. Sean Donnelly – The Outer Skin 11. Lambchop – What Goes Up 12. The Mountain Goats – Brave 13. The Tokey Tones (and friends) – Round These Walls 14. The Bats – Just Do It 15. Bonnie ‘Prince’ Billy – My Only Friend 16. The Finn Family – It’s Love 17. Jordan Luck – Becoming Something Other 18. The Verlaines – Driftwood 19. Lou Barlow – Song Of The Tall Poppy 20. The Nothing – Napping In Lapland 21. Tall Dwarfs – Sunday Son
Musica e droga hanno spesso camminato di pari passo. Sister Morphine, The Pusher, Heroin, Cocaine, Brown Sugar, White Rabbit, per fare qualche esempio, uscirono con l' età adulta del rock, ma il matrimonio tra sostanze narcotiche e pentagramma ha origini molto più lontane, forse addirittura preistoriche. Per quanto riguarda la musica registrata basta volgere l' orecchio agli anni 30 e 40, in America ed ecco spuntare odi spudorate alla Cocaina, alla Marijuana e all' onnipresente Alcool.
Questa 'stupefacente' compilation presenta 25 pezzi che hanno a che fare con l' argomento spazziando tra classic blues, country blues, ragtime, jug, vaudeville, canzoni da ministrel show, jazz e folk del periodo. Nella raccolta, il cui titolo "Viper Mad Blues" allude agli occhi di Vipera del drogato (rossi di sangue) tra i pezzi riguardanti la Polvere bianca si può ascoltare "Take a Whiff on me" di Leadbelly (ripreso poi da W. Guthrie e nei 70 dai Byrds), la stupenda "Dope Head Blues" di Victoria Spivey (accompagnata dal romantico Lonnie Johnson alla chitarra), "Cocaine Habit Blues" della Memphis Jug Band, (pezzo tanto amato da Jerry Garcia); per la Marijuana ci pensa il re dei pianisti dei barrelhouse Champion Jack Dupree con la sua "Junker's Blues" (rifatta anche dal compianto Willy DeVille), o la voce di Ella Fitzgerald con "When I Get Low, I Get High" , ancora nel Jazz con "I' m Feeling High and Happy" la grande batteria di Benny Goodman, Gene Krupa.
Quello che sorprende sono i testi, davvero espliciti, senza veli, con descrizioni precise per l' assunzione (leggetevi i due riportati qui sotto), senza però ostentare o divinizzarne l' uso. Tutta altra storia sono state le finte 'pere' di Lou Reed sul palco, o le odi al 'caramello' di Jagger e Richards, o le esibizioniste perdite di coscenza del re lucertola.
Viper Mad Blues: 25 Songs of Dope and Depravity (1924-1943)
1. Cab Calloway and His Cotton Club Orchestra - Kickin' the Gong Around [1933] (3:24) 2. Victoria Spivey / Lonnie Johnson - Dope Head Blues [1927] (3:13) 3. The Memphis Jug Band - Cocaine Habit Blues [1930] (2:47) 4. Hazel Meyers - Pipe Dream Blues [1924] (3:09) 5. Larry Adler - Smoking Reefers [1938] (3:05) 6. Leadbelly - Take a Whiff on Me [1934] (2:57) 7. The Cats and the Fiddle - Killin' Jive [1939] (2:50) 8. Stuff Smith and His Onyx Club Boys - You'se a Viper [1936] (3:13) 9. Cleo Brown - The Stuff Is Here and It's Mellow [1935] (2:42) 10. Baron Lee and the Blue Rhythm Band - Reefer Man [1932] (2:50) 11. Frankie Newton and His Uptown Serenaders - The Onyx Hop [1937] (2:45) 12. Lil Green - Knockin' Myself Out [1941] (3:00) 13. Champion Jack Dupree - Junker's Blues [1940] (2:40) 14. Curtis Jones - Reefer Hound Blues [1938] (2:43) 15. Fats Waller - The Reefer Song [1943] (2:51) 16. Gene Krupa and His Orchestra - I'm Feelin' High and Happy [1938] (2:41) 17. Ella Fitzgerald / Chick Webb and His Orchestra - When I Get Low, I Get High [1936] (2:29) 18. Cootie Williams and His Rug Cutters - Ol' Man River (Smoke a Little Tea) [1938] (2:47) 19. Richard M. Jones and His Jazz Wizards - Blue Reefer Blues [1935] (2:57) 20. Dick Justice - Cocaine [1929] (3:05) 21. Jazz Gillum and His Jazz Boys - Reefer Head Woman [1938] (3:02) 22. Frankie "Half Pint" Jaxon - Willie the Weeper [1927] (2:21) 23. Luke Jordan - Cocaine Blues [1927] (3:14) 24. Freddy Taylor and His Swing Men from Harlem - Blue Drag [1935] (2:59) 25. Willie Bryant and His Orchestra - A Viper's Moan [1935] (3:22)
COCAINE HABIT BLUES - Memphis Jug Band (1930) Cocaine habit mighty bad It's the worst old habit that I ever had Honey take a whiff on me
I went to Mr Beaman's in a lope Saw a sign on the window said no more dope Hey, hey, honey take a whiff on me
If you don't believe cocaine is good Ask Alma Rose at Minglewood Hey, hey, honey take a whiff on me
I love my whiskey, and I love my gin But the way I love my coke is a doggone sin Hey, hey, honey take a whiff on me
Since cocaine went out of style You can catch them shooting needles all the while Hey, hey, honey take a whiff on me
It takes a little coke to give me ease Strut my stuff long as you please Hey, hey, honey take a whiff on me
DOPE HEAD BLUES - Victoria Spivey (1927)
Just give me one more sniffle Another sniffle of that dope (2x) I'll catch a cow like a cowboy And throw a bull without a rope
Doggone, I've got more money Than Henry Ford or John D. ever had (2x) I bit a dog last Monday And forty doggone dogs went mad
Feel like a fightin' rooster Feel better than I ever felt (2x) Got double pneumonia And still I think I got the best health
Say, Sam Go get my airplane and drive it up to my door Oh, Sam, go get my airplane And driii-ve it to my door I think I'll fly to London These monkey men makes mama sore
The president sent for me The Prince of Wales is on my trail (2x) They worry me so much I'll take another sniff and put them both in jail
Sbucciato per un pelo dannazione! Troppo tardi ho scoperto il sole rosso del deserto. Ne presi (aimè) coscenza solo nel 90 e così, per ben 2 volte, l' ho perso irradiare feedback lunari nella mia città. Gli artefici di siffatti bagliori sono i Thin White Rope, band Californiana a cavallo tra 80 e 90 costretta a crescere dentro la scatola "indie" da un pubblico latente e mai numeroso. L' uso magistrale del feedback, l' intarsio chitarristico ed il chiaroscuro nella struttura dei pezzi sono gli elementi generatori di un suono tanto debitore alle visioni del passato quanto incomparabile per originalità. La musica dei Thin White Rope è un miraggio sotto il sole ardente che affascina l' orecchio per gli infiniti strati in emersione ad ogni nuovo ascolto. È proprio la perizia del ricamo a rendere facile il paragone con l' arpeggio della scuola Byrds o con la più recente policromia new wave dei Television, ma è il deserto con le sue zolle secche e i suoi tempi dilatati a impressionare fortemente le fantasie del gruppo. Il sacco pieno d' argento esce nel 1990 con il passaggio d' etichetta (da Frontier a Bmg) che offre un più sostanzioso budget alla band. Quello che ne esce è un opera curatissima nei dettagli, matura e resistente all' erosione del tempo.
Sono presenti magneti elettro-psichedelici come il lugubre country di "Whirling Dervish" che reinterpreta le astronomie barrettiane o piccole gemme acustiche che profumano di oriente come la title-track, o ballate in bilico tra oscurità e malinconia come "Triangle Song" che la raucedine di Kyser colora di ruggine e i tamburi di Matthew Abourezk spingono verso il dirupo. E Sono forse le K di Kyser e Kunkel ad avvicinare i Thin White Rope al mondo Kraut, perchè, (per la prima volta presente nella loro discografia a 33 giri) l' album presenta una cover in omaggio ai Can, iniziando così la danza dei riconoscimenti mondiali verso il gruppo di Colonia che sfocerà di lì a breve. La scelta cade su "You doo right", la lunga suite presente in "Monster Movie", qui eseguita in versione leggermente ridotta ma con simile conserva ipnotica. (una domanda per chi già li conosce: non è proprio americano l' accento di Kyser no? , non vi sembra udire nella sua pronuncia accenti di origini germaniche ?..)
La difficile collocazione in un genere prestabilito e l'innovativo sound troppo avanti rispetto ai tempi hanno relegato i Thin White Rope all' ingiusto oblio che oggi, a distanza di venti anni e più parrebbe giusto cancellare.
Credits: Guy Kyser (vocals, guitar) Roger Kunkel (guitar) Steve Siegrist, John Von Feldt (bass) Matthew Abourezk (drums)
Tracklist:
Hidden Lands - 3:04 Sack Full of Silver - 2:13 Yoo Doo Right - 6:04 The Napkin Song - 1:31 Americana - 4:34 The Ghost - 3:43 Whirling Dervish - 5:39 Triangle Song - 4:42 Diesel Man - 3:43 On the Floe - 4:51
Dutkiewicz è un pianista Polacco. Questo è un disco fresco fresco, tributo ad Hendrix. Non sò che pensare, i pezzi di Hendrix a me piacciono da morire ed in questa veste con scarno trio Jazz non li avevo mai sentiti, mmh...
Credits:
Artur Dutkiewicz - Piano Derek Dleskiewicz, Daniel Biel - Bass Sebastian Frankiewicz - Drums
1 Voodoo Chile 7:47 2 Little Wing 5:35 3 maniac Depression 5:24 4 The Wind Cries Mary 6:14 5 Third Stone from the Sun 4:54 6 Angel 7:09 7 Crosstown Traffic 3:44 8 Hey Joe 7:42 9 Changes 5:02
I video che ho trovato su youtube hanno un audio tremolante, assente nel file da scaricare.
Se dico Rock'n'roll a che cosa pensate ? Jerry Lee, Chuck Berry, Little Richard, Elvis e via e via. Ok, questo lo sà anche la nonna. Ma che fine ha fatto il Rock'n'roll ? Per due o tre stagioni ha fatto spola tra Amburgo e Liverpool - si è fatto catturare da quattro brillanti bastardelli senza opporre resistenza alcuna e decisamente in giuggiole si è fatto pure rispedire in terra natia con un missile diretto allo Shea Stadium. Davvero troppe le mutandine bagnate quella sera, perchè da quel momento ecco arrivare l' inevitabile contegno - peccato dico io - basta isterismi, fortori e teste vuote, fuori c' è la guerra e il registro va' cambiato - dice lui.
Gli hanno tolto il roll e l' hanno spedito con un calcio davanti a folle disumane chiamate Human Be-In, spettinato il ciuffo e vietato di mangiare maiale, abbagliato con mille colori e inzuppato in vasche piene di I-Ching. È normale che si sia un tantino intimidito.
Le scarpe blu di camoscio sono tutte polverose, i jeans consunti, spesso strappati. È Miseria. Non c'è più niente da fare... meglio sparire per un pò...qualcuno potrebbe definitavamente annientarci con qualche fottutissimo Smile.. Dobbiamo rifugiarsi nei vicoli delle grandi città dove nessuno tenterà di riconoscerci.
LA RESURREZIONE
Inizia con i Motorcityfive nell' album "Back in the USA", poi arrivano le bambole newyorkesi, ma tra drag-queen, rossetti e tacchi si riperde un pò la bussola... E poi c' è quell' ignorante inglese tra i piedi che gironzola..Malcom McLaren: un guastafeste..e pure Bowie che si aggira per rubare-rivendere, che sanguisuga!...Contropiede nel Bronx con i Dictators ed il loro "Go Crazy Girl", echi lontani a Boston con i "Real Kids" - ci siamo ci siamo ! - di nuovo nella grande mela in quel buco che ribolle: Smith-Ramones-Tuff Darts-Heartbreakers-Television. Si, si. Ora ci siamo.
IL MESSIA
Uno su tutti: Riccardo Inferno.
La Patty spruzza poesie sui Riff ? Richard non descrive, Richard è la poesia. I Ramones accellerano e negano l' impegno ? Richard affonda e non li frega un cazzo di niente. I Television merlettano e ostentano bravure ? Beh, Richard che nei Television ha militato, sintetizza e parla al cuore. Richard è bello, Richard è cool. Richard è il più cool. Sono tutte pazze per lui, pronte a tagliarsi le vene. È il nuovo Dylan, secco, contrario, conturbante e pazzo. Pazzo da bruciare in un giorno. Porta senza volontà la bandiera della generazione-resurrezione, proprio come Bob. La generazione vuota però è un pò diversa da quella di Zimmerman, porta con se noia, nichilismo e decadenza, senza obbiettivi.
BLANK GENERATION
I was saying let me out of here before I was even born It's such a gamble when you get a face It's fascinatin' to observe what the mirror does But when I dine it's for the wall that I set a place
I belong to the blank generation and I can take it or leave it each time I belong to the generation but I can take it or leave it each time
Triangles were fallin' at the window as the doctor cursed He was a cartoon long forsaken by the public eye The nurse adjusted her garters as I breathed my first The doctor grabbed my throat and yelled, "God's consolation prize!"
I belong to the blank generation I can take it or leave it each time I belong to the generation but I can take it or leave it each time
To hold the tv to my lips, the air so packed with cash Then carry it up flights of stairs and drop it in the vacant lot To lose my train of thought and fall into your arms' tracks And watch beneath the eyelids every passing dot
I belong to the blank generation and I can take it or leave it each time I belong to the generation but I can take it or leave it each time
I belong to the blank generation and I can take it or leave it each time I belong to the generation but I can take it or leave it each time
P.s. Talmente figo il nostro che si è permesso di fare solo 2 dischi con i Voidoids. Questo del 77, e uno dell' 82. Come solista uno nel 1984 e uno nel 2002. P.s.2 Talmente figo il nostro che la sacerdotessa Patty se l' è pure SPOSATO e dalla coppia, nel 1985 è nata Ruby. P.s.3 Talmente figo il nostro che tutt' oggi, a dispetto e per amor d'invidia, è sempre VIVO. P.s.4 Questo è rock'n'roll!
Credits:
Richard Hell - Voce, Basso Robert Quine - Chitarra Ivan Julian - Chitarra Marc Bell (Marky Ramone) - Batteria
Love Comes in Spurts (Hell) 2:03 Liars Beware (Hell, Julian) 2:52 New Pleasure (Hell) 1:58 Betrayal Takes Two (Hell, Julian) 3:37 Down at the Rock and Roll Club [Alternate Version] (Hell) 4:05 Who Says? (Hell) 2:07 Blank Generation (Hell) 2:45 Walking on the Water (Fogerty, Fogerty) 2:17 (Creedence Clearwater Revival Cover) The Plan (Hell) 3:56 Another World (Hell) 8:14 I'm Your Man (Hell) 2:55 All the Way (Cahn, VanHeusen) 3:22 (Frank Sinatra Cover)
Tim è in aviazione. Vola con i charter sopra le nuvole.
Tim è in terra. Scrive canzoni.
Lo erano a lui i Morti (davvero) Riconoscenti per la luce che fece su quella rugiada del mattino, poi il silenzio.
Oggi Tim non se lo ricorda nessuno.
Forse Re Inchiostro e Blixa ogni tanto ci pensano, ma il pubblico - quello che non ha mai avuto, lo ha dimenticato.
Stride davvero pensarlo pilota, venditore di titoli e songwriter. Nel mio immaginare chi scrive canzoni, è facile trovare un solitario Drake nella sua stanzetta o un girovago contestatore Guthrie, non certo uno che lavora in banca tra statistiche e previsioni, ne tantomeno una disciplinata ed efficente guida di charter.
Eppure qualcosa c' è, lassù, proprio sopra le nuvole, lontano da tutti, dove l' Alba muore e il tramonto nasce. Forse è lassù che Tim crede di aver capito come prendere le cose e come darsi coraggio.
01 - i got a loneliness. 2:16 02 - i'm gonna be strong. 2:06 03 - i gotta do things my way. 2:19 04 - fare thee well. 2:54 05 - eat drink and be merry (for tomorrow you'll cry). 4:13 06 - hey joe (you shot your woman down). 3:01 07 - morning dew. 3:44 08 - where was i. 2:36 09 - you're slipping away from me. 3:16 10 - long time man. 5:04 11 - come away melinda. 3:39 12 - king lonely the blue. 2:11
Credits: Siamo nel 1967 e l' etichetta ha da poco rimpinzato le proprie casse con il fenomeno Dylan ed è quindi propensa ad affrontare qualche rischio. Con la speranza di bissare il successo di un altro cantautore, la Columbia smuove così un piccolo esercito per le sessions dell' album (che comunque non presenta pomposi arrangiamenti ve lo assicuro). Spicca un certo Felix Pappalardi, spesso presente nei dischi folk newyorkesi del periodo (Joan Baez, Richard and Mimi Farina, Youngbloods,..), Felix si farà conoscere poi meglio come produttore degli inglesi Cream e come bassista dei Mountain.
Jay Berliner Guitar Patti Bown Piano, Keyboards Richard Burgess Drums Artie Butler Piano, Keyboards Dave Charles Drums Paul Cobbold Bass B.J. Cole Guitar (Steel) Tommy Eyre Keyboards Jim Fischoff Percussion Ken Freeman Synthesizer Bryson Graham Drums Ernie Hayes Organ, Keyboards Richard Hussan Bass Lee Jackson Keyboards Bob Jones Percussion Richard Killgore Drums Archie Leggett Bass Ray Martinez Guitar Hugh McCracken Guitar Felix Pappalardi Bass Bernard "Pretty" Purdie Drums Chuck Rainey Bass Tim Rose Guitar, Vocals Jonathan Rowlands Tambourine Joe Scott Piano Charles Smalls Piano Andy Summers Guitar Roger Sutton Bass John Verity Guitar Eric Weissberg Bass Gary Wright Keyboards
Ai miei amici piacevano un sacco. Io ero troppo abbagliato dalla casa del divertimento. Non che mi facessero schifo, tuttaltro. Ma cristo santo, i Ramones suonano solo barrè ! Ma si sà, invecchiando il minimale affascina, e riascoltandolo oggi questo disco è proprio una pietra miliare. E poi questi teppistelli mica facevano finta !
LEGS McNEIL: Proprio mentre parlavamo con Lou Reed, i Ramones uscirono sul palco(*), uno spettacolo sbalorditivo, quattro tizi incazzati neri con i giubbotti di pelle nera. Era come se la Gestapo avesse appena fatto irruzione nella stanza. Questi tizi non erano decisamente Hippy. Poi contarono per attaccare una canzone - "UNO, DUE, TRE, QUATTRO" - e fummo investiti da una tale ondata di rumore che quasi ci spazzò via per lo shock, come un uragano, e prima che mi ci potessi immergere, si fermarono. Sembrava che stessero suonando ciascuno una canzone diversa. I Ramones fecero una mini rissa sul palco. Erano così profondamente disgustati gli uni degli altri che gettarono via le chitarre e schizzarono via dal palco. Una cosa straordinaria. Fu come vedere svolgersi qualcosa di completamente inatteso. Lou Reed, seduto al suo tavolo, sghiniazzava.
* Il locale è il CBGB di New York.
La frase di Legs McNeil è tratta dal libro "Please Kill Me" di Legs McNeil e Gillian McCain 2006, Baldini e Castoldi
P.S. La rimasterizzazione curata dalla Rhino Records è davvero ben fatta, il disco è molto più potente del master originale.
Credits:
Joey Ramone (1951-2001) (Jeffrey Ross Hyman) - voce Johnny Ramone (1948-2004) (John Cummings) - chitarra Dee Dee Ramone (1951-2002) (Douglas Glenn Colvin) - basso e voce d'accompagnamento Tommy Ramone (1952) (Tamás Erdélyi) - batteria
Tracklist:
01. "Blitzkrieg Bop" (Tommy Ramone, Dee Dee Ramone) – 2:12 02. "Beat on the Brat" (Joey Ramone) – 2:30 03. "Judy Is a Punk" (Dee Dee Ramone, Joey Ramone) – 1:30 04. "I Wanna Be Your Boyfriend" (Tommy Ramone) – 2:24 05. "Chain Saw" (Joey Ramone) – 1:55 06. "Now I Wanna Sniff Some Glue" (Dee Dee Ramone) – 1:34 07. "I Don't Wanna Go Down to the Basement" (Dee Dee Ramone, Johnny Ramone) – 2:35 08. "Loudmouth" (Dee Dee Ramone, Johnny Ramone) – 2:14 09. "Havana Affair" (Dee Dee Ramone, Johnny Ramone) – 2:00 10. "Listen to My Heart" (Dee Dee Ramone) – 1:56 11. "53rd & 3rd" (Dee Dee Ramone) – 2:19 12. "Let's Dance" (Jim Lee) – 1:51 13. "I Don't Wanna Walk Around With You" (Dee Dee Ramone) – 1:43 14. "Today Your Love, Tomorrow the World" (Dee Dee Ramone) – 2:09
Bônus tracks:
15. "I Wanna Be Your Boyfriend (Demo)" – 3:02 16. "Judy Is a Punk (Demo)" – 1:36
* Tracks 15-16 first issued on Norton single #45-065 (1997). Produced by Marty Thau. Recorded at 914 Studios, Blauvelt, New York
17. "I Don’t Care (Demo)" – 1:55 18. "I Can’t Be (Demo)" – 1:56
* First issued on All The Stuff (And More!) Volume 1
19. "Now I Wanna Sniff Some Glue (Demo)" – 1:42 20. "I Don’t Wanna Be Learned/I Don’t Wanna Be Tamed (Demo)" – 1:05
* First issued on All The Stuff (And More!) Volume 1
21. "You Should Never Have Opened That Door (Demo)" – 1:54
* Tracks 17-21 produced by T. Erdelyi. Engineer: Jack Malken
La scuola Stooges/Mc5 ha creato adepti infuocati un pò dappertutto, ma se vogliamo dare vita ad una top list, al primo posto ci sono sicuramente i teen-agers Australiani. L' ondata Birdman ne è la prova. Quando nel 1981 Ron Stooges Asheton con il fido Dennis Motor Five Fuckin Machine Thompson sbarcano in terra Kangaroo, l' isterismo della sopraccitata orda giovanile è al suo zenith ed il loro sogno viene finalmente coronato. I due americani vengono subito affiancati dagli ex-Radio Birdman Warwick Gilbert (basso), Deniz Tek (chitarra) e Rob Younger (voce) per una serie di date. Questo "The First and the Last" è appunto un piccolo compendio di pezzi tratti da quelle serate. (16 in tutto) "The first and the Last" dei New Race (questo il nome dell' ensamble) non è affatto opera nostalgica o di revival. La band è miracolata dalla potenza dei pezzi e suona Rock'n'roll fino al midollo, senza tregua, con speed-guitars taglienti- un suono incredibile la tre pick-up di Tek- e una ritmica incessante. Qui anche il milite Asheton, (finalmente) ritornato alla sei corde (negli Stooges la sanguisuga colpevole Williamson l' aveva relegato al basso - quale scelta più infelice per la band di Detroit) duella-duetta con il bravissimo Tek. Tra i pezzi dei Radio Birdman spiccano le anfetaminiche "Haunted Road" e "Alone in the Endzone" e una poderosa "November 22, 1963" con Younger inspiratissimo. "I Gotta Keep Movin'", pezzo dei Motor City 5, è la veria furia rock'n'roll, ed è eseguita ad una super velocità contagiosa. Lo stesso vale per "Looking at You". Per quanto riguarda invece i pezzi degli Stooges, i New Race in tour hanno eseguito "Loose" qui presente e "TV Eye". Rob Younger è sicuramente privo della macabra profondità dell' Iguana o dell' imponente timbro soul del supercotonato Tyner, ma, come ben fece nei Birdman, riesce lo stesso a mantenere alta la tensione; senza mai eccedere, spazza via tutte le bolle di romanticismo, con un stile secco e preciso. Devo ammettere che quando compro un disco di HighRock'n'Roll sono spesso prevenuto con operazioni di sfruttamento dell' oro passato, ma in questo caso l' affare è davvero un' altra cosa. "The First and The Last" è il perfetto matrimonio Stooges-MC5-Radio Birdman. E l' unica parola che mi viene in mente per spingervi ad ascoltarlo è: Esplosivo!
Il video qui sotto non riprende i New Race, ma i Radio Birdman dal vivo nel 1977, che eseguono il pezzo New Race.
ROCK ON FREAKS!
Credits: Ron Asheton - Guitar Warwick Gilbert - Bass Deniz Tek - Guitar, backing vocals Dennis Thompson - drums, backing vocals Rob Younger - lead vocals Chris Masuak - Third Guitar on "Columbia" & "Looking at You" Clyde Bramley - Studio-dubbed in backing vocals on "Crying Sun", "Haunted Road" & "Columbia"
"Crying Sun" "Haunted Road" "Sad T.V." "Breaks My Heart" "Looking At You" "November 22, 1963" "Alone In The Endzone" "Love Kills" "Gotta Keep Movin'" "Columbia"