domenica 20 dicembre 2009

Antonello Cresti - Fairest Isle


Ecco lo sapevo, di nuovo a parlare di electric folk inglese. Questo tarlo rivelatore scavicchia sempre più in profondità e abbaglia il mio cammino con stupefacenti nuovi ascolti.
Questa volta però non si tratta di un disco.
Stò leggendo un libro, fresco fresco di stampa, di tal Antonello Cresti, critico musicale politico non tradizionale compositore, saggista, organizzatore culturale ma sopratutto profondo conoscitore della Gran Bretagna.
Il libro si chiama "Fairest Isle (l' epopea dell' electric folk britannico)" pubblicato per Aereostella.
Il libro è davvero una sorpresa importante nel panorama italiano perchè, come dice bene l' autore, colma il vuoto della saggistica italiana per il folk elettrico in terra d' Albione.
All' inizio Cresti descrive brevemente il controverso carattere dell' isola inglese per poi introdurre l' argomento con storiche considerazioni delle origini musicali (fine ottocento-primo novecento).
I capitoli a seguire entrano nel merito discografico dei vari protagonisti, dando precedenza ai "titani" del genere, per poi arrivare a ensemble sconosciuti, ma non per questo di minor qualità, che hanno stampato i loro lavori in pochissime copie. Siamo tutti d' accordo con Antonello quando elogia la necessaria e ormai irrinunciabile rete Internet, sulla quale è abbastanza facile reperire questi dischi introvabili.
Sicchè cari figluoli, navigate e cercate, navigate e cercate.
Le band prese in esame sono tantissime. Dai più conosciuti Fairport Convention, Steeleye Span, Strawbs, Incredible String Band, Albion Band alla miriade di perle poco conosciute come i Comus, i C.O.B., i Magic Carpet, i Forest, i Chimera, solo per citarne qualcuno.
Il libro si legge davvero bene, e dopo una prima lettura riesumante tesori sommersi, ben si addice a opera di consultazione successiva.
Se vi piace il genere non fatevela scappare, questi sono i libri che finite le stampe poi non si trovano più.

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